Quel
pomeriggio, Don Adoni, il parroco della chiesa di Pianoro, vide il giovane Nicola
alquanto turbato dopo l’ultima sessione di catechismo intensivo per miscredenti.
“Cosa ti opprime, figliolo?” fece il prelato.
“Ma, Don, non saprei spiegarlo. Sento una forza dentro che neanche io
so come: avverto la necessità di colmare un vuoto che è dentro
di me”
“Beh, figliolo, alla tua giovane età è normale che tu avverta
la necessità di colmare un vuoto interiore:hai mai pensato di esplorare
questa tua spiritualità?” sussurrò il parroco.
“Eh?”
“Potresti entrare in seminario.”
“No, Don, già faccio fatica a distinguere tra Mosè e Noè,
tra Apostoli ed Evangelisti, tra Cresima e Comunione… e poi…e poi
non si tratta di questo…”- rispose sconsolato il giovane Nicola.
“Ah, temo di aver compreso…dovevo immaginare che alla tua età…sì,
insomma…quella cosa che interessa a tutti i maschi fin dalla nascita e
che fino alla morte è come un chiodo fisso …. IL PALLONE !!!!”
“No, Don”- rispose il giovane Nicola – “ il calcio mi
piace, è vero, ma è un mondo che mi crea troppi dubbi: per esempio,
la Juve e la Juventus sono due squadre diverse? E poi perché Holly e
Benji al calciomercato non li compra mai nessuno?”
“Certo, figliolo”- sospirò Don Adoni, fingendo di aver capito
– “tutto mi è chiaro adesso. Se a portarti turbamento non
è una vocazione interiore e non è nemmeno il calcio, la causa
reale non può che essere….ehm….la reciproca attrazione che
si ingenera tra esseri umani che differiscono per il cromosoma Y.”
“Eh?”
“Sì, insomma…la figa….”- ammise il prelato con
una punta di rossore in volto.
“No, Don, non ci siamo…ok, non fraintenda, essendo un taglio classico
continuo a preferirla a tutte le altre opzioni…purtroppo le ragazze non
mi cagano neanche da lontano, a loro piace Dylan di BH90210 e io in comune con
Dylan ho forse il lobo sinistro!”
“Figliolo, la situazione è seria ma non grave; che ne diresti di
colmare il vuoto con la musica…sai, spesso i ragazzi sfigatelli come te,
che a calcio sono impastati e che per quell’altra cosa… beh, non
infierisco…. si riciclano con la musica. Basta poco: devi solo scegliere
lo strumento, trovare un gruppetto di altri sfigatelli e il gioco è fatto.
Se ci sono riusciti i Tazenda vuol dire che è possibile.”
E luce fu.
Quella breve confessione, in quel gelido pomeriggio
del 1992, permise al giovane Nicola di colmare il suo vuoto interiore e di
intraprendere la fulgida carriera musicale che è a voi tutti nota.
Quindi, se volete vendicarvi, ora sapete che
l’unico colpevole è un povero parroco di provincia che cercava
solo di fare il suo mestiere.
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